Cosa s’intende per Genitore Single? Per genitore
single s’intende un genitore, più spesso la donna ma non è sempre così, che si
trova a crescere un bambino senza il supporto del partner. Questo tipo di
famiglia, è maggiormente determinato da scelte individuali o di coppia, quali
la separazione, il divorzio, la nascita di un figlio fuori dal matrimonio o
l’adozione di un bambino da parte di un single.
Al Centro di Ascolto “Il Sentiero” si rivolgono
molti genitori single? E’
una realtà in forte crescita, spesso solo una fase di passaggio dalla rottura
del legame coniugale alla ricostituzione di una nuova famiglia con un altro
partner. A questo proposito mi sembra necessario sfatare alcuni luoghi comuni.
Prima di tutto non è vero che i bambini cresciuti in una famiglia monoparentale
siano necessariamente più trascurati dei bambini che hanno entrambi i genitori.
E’ ampiamente dimostrato che per un bambino è meglio vivere in un ambiente
sereno con un solo genitore piuttosto che vivere in un clima conflittuale con
entrambi i genitori. Inoltre è’ importante accantonare l’idea di dover
compensare l’assenza dell’altro genitore. Non è possibile né saggio assommare i
ruoli del padre e della madre. Un solo genitore purché sia valido è sufficiente.
Quali sono i problemi che deve
affrontare un genitore single? I
problemi che deve affrontare un genitore single sono molti, prima di tutto il
compito educativo può essere più arduo quando in famiglia c’è un solo genitore,
anche se non è sempre così, inoltre è sicuramente complessa la gestione
dell’emotività nel periodo immediatamente successivo alla separazione, un altro
problema è affrontare la solitudine che spesso caratterizza il quotidiano del
genitore single, almeno nel primo periodo dopo la separazione ed infine la
gestione dei rapporti con l’ex coniuge.
Che consigli può dare in ambito
educativo a chi si trova a crescere un figlio da solo? Sicuramente
portare avanti il compito educativo per un genitore single ha aspetti sia
positivi sia negativi. Se è più facile per un genitore solo creare regole e
portarle avanti, può essere impegnativo farle rispettare e avere il supporto di
un altro adulto può rendere le cose più semplici. Per questo può essere importante
confrontarsi con altri genitori se si è insicuri su quali siano dei limiti
ragionevoli da non oltrepassare. E’ comunque bene assumere e mantenere uno
stile educativo né troppo permissivo, né troppo intransigente, ma che si
colloca nel mezzo, la fermezza accompagnata da dignità e rispetto.
Quali
sono gli errori più frequenti che un genitore single può commettere
nell’educazione dei figli? Gli errori più frequenti sono principalmente due, il
primo è quello di considerare i figli troppo importanti addossando
loro il ruolo del coniuge mancante. Un figlio maschio può diventare l’”uomo di
casa”, mentre una figlia femmina può trasformarsi nella confidente più intima
della mamma o nell’”angelo del focolare” di papà. Un altro rischio è quello di
esentare i figli da tutti gli obblighi domestici e da tutte le decisioni che
vengono prese, pensando che abbiano già sofferto abbastanza e che non si debba
pretendere da loro ulteriori assunzioni di responsabilità. A lungo andare nessuno dei due approcci funziona. I
bambini eccessivamente responsabilizzati diventano balie dei loro genitori con
tutti gli oneri emotivi che questo comporta, mentre i bambini che verranno
dispensati da ogni forma di collaborazione cresceranno con l’illusione che ci
sarà sempre qualcuno che deciderà al posto loro e pulirà quello che hanno
sporcato. L’approccio più costruttivo è far vedere la vita di una famiglia
monoparentale come una sorta di sforzo cooperativo, come una squadra in cui
tutti debbono collaborare, imparando così a gestire autonomamente la propria
vita.
Accennava
prima alla gestione dell’emotività, in che senso può essere un problema? La gestione dell'emotività in una famiglia
monoparentale non è semplice, soprattutto nel periodo immediatamente successivo
alla separazione, quando l'emotività è ancora confusa e spesso ancora
conflittuale, la rabbia, il dolore, il senso di colpa e di fallimento del
genitore generano un clima emotivo familiare pesante da sopportare. Sarebbe
opportuno che i genitori gestissero questa fase con la massima delicatezza,
aiutando il figlio ad accettare graduali cambiamenti, affrontando le questioni
che riguardano la separazione in privato, evitando di mettere i figli in mezzo
al loro conflitto.
Nel lungo processo di elaborazione della separazione
il genitore dovrebbe supportare il figlio distinguendo vissuti e opinioni
personali dai bisogni dell'altro, lasciare che lui stesso riesca ad elaborare
la situazione in piena autonomia, decidendo in che posto collocare l'altro
genitore nella sua vita. Spesso durante questo processo di elaborazione, il
figlio tende a scaricare vissuti di rabbia verso il genitore più presente, che
rappresenta comunque una base sicura. L'importante è saper dialogare e
condividere i vissuti emotivi, mettersi in posizione di ascolto e di accettazione,
mostrare indulgenza senza perdere l’autorevolezza e senza creare tabù e giochi
di alleanze pronti a soddisfare bisogni inconsci di rivendicazione sull'altro.
In
quale modo la solitudine conseguente ad un divorzio può interferire con le
competenze genitoriali? L’isolamento sociale che spesso investe i genitori
dopo il divorzio rende depressi e la depressione rafforza l’isolamento sociale.
Il benessere dei genitori risulta compromesso poiché vengono a mancare la
sicurezza emotiva ed il senso di protezione, il riconoscimento e l’integrazione
sociale diminuiscono, non di meno, la forza e le energie necessarie per
occuparsi dei figli da soli. Anche la solitudine del genitore è un aspetto che
talvolta ricade sui figli sotto forma di ricatto morale o pressione
psicologica. Il genitore dovrebbe passare il messaggio che ha bisogno di
amicizie adulte e che non spetta al figlio sopperire a certe carenze affettive.
Si rende quindi indispensabile costruirsi una rete di aiuti che alleggerisca il
carico di responsabilità dei genitori e contribuisca a soddisfare le esigenze
emotive dei figli.
Un altro aspetto delicato è la gestione
dei rapporti con l’ex coniuge, può dare qualche consiglio? Un
aspetto importante nella gestione della separazione è collegato alla capacità
di prendere accordi chiari sia sul piano economico, sia per quanto riguarda le
visite al genitore che non convive con il figlio. Nell'aspetto delle visite
subentrano rivendicazioni e rivalse che vanno a ricadere sui figli, i quali
avrebbero il diritto di poter frequentare entrambi i genitori senza pressioni
psicologiche di nessuna sorta. Talvolta i figli vivono i momenti della visita
all'altro genitore con senso di colpa, come se tradissero il genitore che
lasciano a casa, possono sentirsi sleali, confusi, possono temere di esprimersi
per esasperare il conflitto oppure addirittura sentirsi responsabili della
separazione stessa. Bisogna ricordarsi che la qualità della relazione che i
nostri figli hanno con noi e con l’altro coniuge influenza il loro benessere, è
quindi importante lasciare che il bambino pianifichi e gioisca dei momenti con
l’altro genitore; i figli hanno bisogno di poter amare entrambi i genitori
senza sentirsi colpevoli.
Dott.ssa Annalisa Tommasi – Psicologa e
Psicoterapeuta
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