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La fragilità emotiva dopo il parto




 
La nascita del bambino a lungo atteso con l’acquisizione del nuovo ruolo comporta per la neomamma un’immensa felicità, che sommata all’oneroso lavoro di adattamento psicologico e al ragguardevole dispendio di energia necessario per la cura del bambino e la gestione famigliare, rischia di far scivolare la neomamma in uno stato di fragilità emotiva.

Tale vulnerabilità, spesso momentanea, può essere superata riconoscendo e accettando quei sentimenti che sembrano intollerabili, poiché si tende a pensare che l’unico stato ammissibile per un neo genitore sia la gioia. Non dobbiamo dimenticare che la neomamma è una persona con una storia, un bagaglio di esperienze e una rete di relazioni costruite negli anni, la maternità si configura come una frattura all’interno dell’esistenza della neomamma, la quotidianità, infatti, subisce uno sconvolgimento così come le relazioni con il partner, con i famigliari e con le amicizie.

I mass media, ma anche la cultura occidentale, veicolano esempi di madri perfette e soprattutto felici. Nel tentativo di uniformarsi ad un modello tanto ambizioso la neomamma può aver difficoltà ad esprimere il suo mondo interiore in tutta la sua ricchezza, coltivando dentro di sé un senso di inadeguatezza e di solitudine.

E’ importante quindi che la madre si permetta di vivere, senza sensi di colpa, tutti quei sentimenti che la società, più o meno da sempre, rifiuta di legare al ruolo di neomamma e che riconosca i sentimenti negativi che può provare verso il suo bambino, quali la frustrazione per non riuscire a calmarlo, il senso di inadeguatezza nel fornirgli le cure necessarie, ma anche la rabbia per averle sconvolto la vita. E’ inoltre importante che fin dall’inizio la neomamma sia circondata da una rete di sostegno, composta sia da famigliari che da amici, in grado di fornirle non solo supporto e aiuto concreto ma anche solidarietà e approvazione.



Annalisa Tommasi – Psicologa, Psicoterapeuta


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