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Visualizzazione dei post da aprile, 2014

FARE IL PUNTO: L'INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA

Lei si trova spesso a lavorare con donne in difficoltà durante una gravidanza desiderata o meno: quali sono le problematiche presenti in questo momento nella popolazione?  Si, spesso lavoro con donne che devono prendere la decisione e con donne che hanno un aborto spontaneo e si trovano ad elaborare psicologicamente l’evento da sole. L’interruzione di gravidanza nella nostra cultura e società è ancora vista come qualcosa di negativo, esclusivamente a danno del nascituro.  La legge italiana prevede dal  1978 la libertà di scelta da parte della donna  che può decidere o meno se portare avanti la gravidanza. Il grosso problema è che attualmente, per lo meno sul territorio toscano, vige un atteggiamento di giudizio e di disprezzo per le donne che prendono questa difficile decisione. Quali possono essere le ripercussioni psicologiche su una donna che abortisce sia spontaneamente che non?  Le ripercussioni sono soprattutto mediate dal concetto di colpa per avere ucciso qualcuno. In r

L’arrivo del primo bebè: il punto di vista dei neo papà

  L’assunzione del ruolo genitoriale con la nascita del primo bebè rappresenta, non solo per la neomamma ma anche per il neo papà , un passaggio ricco di significati ed implica un rimodellamento di sé, indispensabile per dare spazio alle nuove espressioni della personalità che la genitorialità comporta. L’ inquietudine che spesso caratterizza i neo papà, almeno durante le prime settimane dopo il parto, testimonia lo sconvolgimento emotivo che   può provocare la nascita del primo bambino. Nel caso degli uomini le cause del disagio non vanno ricercate nelle alterazioni ormonali ma nell’onere dell’assunzione di responsabilità nei confronti del nascituro e della crescita famigliare che lo pone di fronte a una serie di preoccupazioni di natura economica e lavorativa. Con il ritorno a casa della mamma e del bebè, i neo papà spesso si trovano a dover fare i conti con compiti domestici a cui non erano abituati, inoltre la stanchezza dovuta alla riduzione di sonno e allo strav

I bambini e il lutto

Parliamo ancora di bambini, uno degli argomenti più difficili da spiegare ai bambini sono appunto le perdite, sia che si tratti di una separazione che di una morte, qual è il modo giusto di farlo? E cosa si risponde alla domanda: "dove si va quando si muore?" Purtroppo la perdita, che sia, per una separazione o per una morte, fa parte della vita e di conseguenza degli adulti come dei bambini, spesso però con quest’ultimi si tende ad evitare di dare delle spiegazioni reali e ad inventare delle storie che purtroppo generano solo molta confusione e spesso incubi e paure nel bambino. se siete credenti potete dire che , se siamo stati buoni durante la nostra vita, si va in paradiso, dove poi ci si congiungerà con gli altri defunti, se appartenete ad un’altra credenza potete provare a spiegare il concetto di reincarnazione, ma dai 4 anni in poi perché fino ai tre anni di vita non sarà in grado di capire. Se siete atei è meglio non imporre la vostra visione ai bambini, sempli