Da qualche decennio a questa parte il
numero di separazioni e di divorzi è aumentato enormemente. Oggi molto più di
prima si cerca nel matrimonio la realizzazione personale ed un percorso di crescita
individuale e di coppia, tollerando meno sacrifici e frustrazioni; se le
aspettative non si realizzano e non si raggiunge la serenità auspicata si
ricorre sempre più spesso alla decisione di separarsi. Dopo la separazione ed
un periodo di solitudine molti sentono il bisogno di creare una nuova unione.
Nasce quindi la famiglia
ricomposta, intendendo con questo termine una coppia convivente
sposata o no, con o senza figli, in cui almeno uno dei due partner proviene da
un precedente matrimonio interrotto per morte, separazione o divorzio. Questa
nuova tipologia famigliare, strutturalmente simile a quella tradizionale, si
caratterizza per una maggiore flessibilità dei ruoli e per una continuità dei
rapporti tra genitori biologici e figli, tale per cui può essere considerata
una risorsa
affettivo
relazionale.
Quali
sono le tappe che la famiglia ricomposta deve affrontare? La formazione della famiglia ricomposta
deve seguire necessariamente una serie di tappe fondamentali. Prima di tutto è
necessario che la nuova coppia diventi solida per affrontare efficacemente le
difficoltà relazionali, organizzative ed educative che la nuova situazione
comporta; inoltre i precedenti legami genitori-figli devono essere mantenuti ed
evolvere anche sulla base dei nuovi cambiamenti logistico-organizzativi e
relazionali. E’ necessario che nuove relazioni tra genitori, figli, fratelli e
parenti acquisiti vengano sviluppate e che nasca un senso di appartenenza alla
nuova unità e realtà famigliare, anche attraverso l’individuazione di riti,
come festeggiare il Natale, i compleanni, ecc…
Quali
sono i compiti degli adulti all’interno di una famiglia ricomposta? All'interno di una costellazione
famigliare ricomposta gli adulti sono chiamati a svolgere compiti difficili ma
altrettanto importanti. Gli ex coniugi resteranno sempre genitori senza essere
più una coppia, questo comporta la necessità di continue negoziazioni sulle
questioni relazionali e educative. I secondi coniugi devono, invece, imparare a
gestire le loro relazioni con l'ex coniuge del partner e con la sua parentela,
trovando la giusta distanza per emancipare la propria coppia.
Il
nuovo compagno o la nuova compagna come deve comportarsi con i bambini? Il ruolo, forse più difficile, è quello
del nuovo compagno di mamma o della nuova compagna di papà, detto anche
genitore acquisito o genitore sociale. Quest'ultimo può avere l'importante
funzione di supporto
alla genitorialità, diventando un riferimento importante nel
percorso di sviluppo del bambino, rispettando i confini che permettono la
continuità delle relazioni tra genitori biologici e figli.
Quali
sono le difficoltà di una famiglia ricomposta? L'introduzione di nuove relazioni però può
causare numerosi problemi e rendere maggiormente complicato il quotidiano,
inoltre la definizione stessa di famiglia ed i suoi confini diventano incerti
ed ambigui. La famiglia ricomposta può avere difficoltà ad acquisire un'identità
famigliare a
causa della scarsa coesione ed un senso di estraneità tra i membri, infatti la
non condivisione di origini famigliari, di rituali, di ricordi rende fragile il
senso di appartenenza. Spesso queste famiglie si caratterizzano per mancanza di
norme di riferimento che orientino la condotta e ciò comporta l'adozione di
maggior flessibilità che aumenta il senso di incertezza e disorientamento
sociale.
Che
cosa determina il “successo” di questa tipologia di famiglia? Tra i fattori che determinano il successo
delle famiglie ricomposte possiamo individuare l'elaborazione della perdita, sia del
coniuge che del genitore che se ne va di casa. Non è possibile un nuovo inizio
se non si lascia alle spalle la sofferenza legata a fasi della vita passata. Da
non dimenticare è la collaborazione tra i diversi nuclei famigliari che
compongono la costellazione della famiglia ricomposta. E' auspicabile che i
diversi nuclei famigliari interagiscano tra loro per favorire la crescita dei
figli nel rispetto dei confini dei diversi nuclei evitando confusioni di ruolo.
Dottoressa Annalisa Tommasi - Psicologa Psicoterapeuta
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